Le reti bio-energetiche

Sin dall’antichità gli insediamenti umani non sono mai stati casuali. Grande attenzione veniva data non solo alle risorse che un territorio offriva ma anche alla sua “salute energetica”. Per percepire tale salute si utilizzavano metodi legati ad abilità oggi non più considerate attendibili, quali la radiestesia, le capacità rabdomantiche se non le visioni o le divinazioni. In ogni caso un luogo doveva emanare un certo tipo di energia per essere adibito ad una certa funzione e non a caso templi e sovente anche luoghi di riposo dei morti erano situati in posti con determinate caratteristiche. Tutto ciò ci fa pensare che esista una fisiologia energetica della Terra che in qualche modo era palese ai nostri predecessori. In oriente lo studio delle simmetrie dell’ambiente circostante permetteva di determinare i luoghi dove costruire; greci e latini facevano pascolare e dormire le greggi sui terreni da abitare e poi ne controllavano lo stato delle viscere. I sacerdoti detenevano il potere di determinare i luoghi di culto e guarigione, generalmente pieni di energia positiva. Dolmen, obelischi, menhir, piramidi, le grandi cattedrali ne sono un esempio. Nulla era dato al caso. La prima e più vasta rete energetica conosciuta dagli antichi e giunta fino a noi è composta da Cardo Mundi e Decumano; ma bisogna arrivare al secolo scorso, con gli studi di Peyrè (1937), Curry e poi Hartmann (1970) per avere nuove teorie sulle griglie energetiche che coprono il nostro pianeta, griglie che possono essere utilizzate per equilibrare la nostra salute e l’ambiente che ci circonda. Le fasce magnetiche che ricoprono la Terra non sono rigide linee e non presentano sempre un andamento perfettamente geometrico. Le maglie si distendono e si allungano, si comprimono e hanno capacità di deformarsi in presenza di vari fattori come temporali, fulmini, tempeste magnetiche, fasi lunari, terremoti, fenomeni vulcanici, alluvioni, corsi d’acqua sotterranea, ma anche ripetitori radiotelevisivi, antenne di telefonia mobile, trivellazioni, reti fognarie, condutture metalliche di acqua, gas o altro… Non sono neppure nocive di per sé, ma sono indice di vitalità della Terra in quanto essere vivente, non solo: la loro natura le rende vie di comunicazione tra i vari esseri viventi e tra questi e il resto dell’universo. La nocività si manifesta quando i campi elettromagnetici naturali entrano in conflitto con quelli artificiali accumulando in eccesso livelli di energia. La Rete di Hartmann: è un reticolo di natura prevalentemente magnetica, di origine tellurica, costituita da fasce o “muri invisibili” larghi circa 21 cm disposti lungo le direzioni geomagnetiche della terra da Nord a Sud e da Est ad Ovest. Questi “muri invisibili” in generale si individuano ogni 2 metri circa in direzione nord-sud e ogni 2,5 metri circa in direzione est-ovest. I punti di incrocio sono detti “nodi di hartmann” o “nodi H”: in questi punti (dei riquadri di circa 21 cm di lato) il campo magnetico è molto elevato, sebbene non sia stabile ma vari a seconda delle ore del giorno, della presenza di corsi d’acqua, faglie, masse magnetiche e strutture metalliche specie se collegate alla rete elettrica e aumenti prima di forti depressioni atmosferiche. La griglia descritta da Hartmann si restringe verso i poli e si allarga in corrispondenza dell’equatore, non è rigida ma è come una maglia che tende ad allargarsi o restringersi in presenza di altri campi magnetici. In habitat naturali le maglie tendono ad essere regolari e anche la nocività è minore.  I punti considerati dannosi per la salute sono i sopracitati “nodi H” dove il campo elettromagnetico tende ad essere più forte e quindi causa delle cosiddette patologie geopatogene: disporre un letto o il computer dove si lavora sopra uno di questi nodi può portare alla formazione di vari squilibri che col tempo possono diventare patologie anche molto significantii: debolezza e stanchezza continue ed immotivate, disturbi del sonno, replica tag heuernervosismo. Le Ley Lines: furono teorizzate nel 1921 da Alfred Watkins in base all’intuizione che gran parte dei siti preistorici composti da megaliti imponenti e altri antichi edifici di culto fossero stati costruiti sulle traiettorie di precise linee diritte. Larghe all’incirca due metri ed equidistanti tra loro, le Ley Line (linee di prateria) percorrerebbero l’intera superficie terrestre, incrociandosi tra loro. Su questi incroci sorgerebbero i templi e i luoghi sacri. Sotto di esse scorrerebbero fiumi sotterranei o sarebbero presenti filoni di minerali metallici. Abitate da fate, streghe e altri esseri fantastici o porte d’accesso per luoghi di altre dimensioni, le Ley Lines non sono misurabili come le reti di Hartmann, ma pare che qualcuno abbia in dono la capacità di vederle. Le Linee Sincroniche: ne parla la Comunità di Damanhur, in particolare nel libro di Oberto Airaudi editato nel 1998. Vengono considerate come grandi fiumi di energia che circondano il nostro pianeta e lo collegano all’Universo. Composte anch’esse da un complesso reticolo di 9 linee orizzontali (direzione Nord – Sud) e 9 verticali (direzione Est – Ovest) corrispondono alle linee che i cinesi chiamavano “Schiena del Drago”. Capaci di trasportare energia, queste linee ci consentono di collegarci a qualsiasi punto del pianeta e di trasportare attraverso di esse pensieri ed idee. Anche queste sono “porte energetiche” per entrare in contatto con altre dimensioni o livelli evolutivi. Sono individuabili con la radiestesia, l’osservazione della morfologia e della storia del territorio ma anche mediante viaggi astrali e medianità. Ley Lines e Linee Sincroniche si distinguono così dalle Reti Hartmann non avendo corrispondenze con le linee magnetiche terresti. Ovviamente la natura ha un suo linguaggio che basterebbe sforzarsi ad imparare per decodificare e capire molte cose in più. Animali e piante percepiscono i campi elettromagnetici e le variazioni energetiche (anche sottili) e basterebbe fare della sana osservazione per confermare la presenza di zone assorbenti o radianti e adibirle a scopi utili anziché “dormirci su”. Il cane è un buon rivelatore siccome non tollera le zone che emettono vibrazioni e preferisce le aree neutre (in genere gli spazi dento una maglia della rete). Vicecersa i gatti adorano rilassarsi tra le emissioni energetiche ed elettromagnetiche, in particolare sui nodi di Hartmann, scegliendo luoghi dove l’irraggiamento del suolo è intenso. Le api hanno un’attività frenetica e producono una quantità tripla di miele se sono su un nodo di Hartmann. Termiti e formiche, invece, costruiscono i loro nidi in zone ad intensa irradiazione. Soprattutto le formiche nere sono attratte dalle zone geopatogene e si possono osservare grossi formicai sui nodi della rete H. Le termiti si riproducono  abbondantemente sui nodi geopatogeni in particolare se nel sottosuolo si trova una falda freatica o un corso d’acqua che rendono il nodo ancora più nocivo. Anche le piante sono ottimi segnalatori: gli alberi, in un luogo perturbato crescono male e poco, sul tronco si possono osservare tumori e rigonfiamenti chiamati “scope di strega”, il tronco è cavo, sdoppiato, i rami sono contorti, sono facilmente attaccabili dalle malattie. Inoltre il muschio, di colore verde brillante (che nelle zone sane si sviluppa solo sulla parte del tronco esposto a Nord), tende ad allargarsi su tutta la circonferenza del tronco, fino ad alcuni metri d’altezza. Gli alberi da frutta si contorcono e si sviluppano nella direzione opposta a quella della corrente d’acqua sotterranea, inoltre, sono più esposti ad attacchi di parassiti.

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